Letra de La Coperta
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La coperta si è strappata e da quando sei partita non dormo più.
Mi consolo coi parenti che mi studiano la mente di domenica.
Ho due carie da curare anche se son settimane che non mangio più.
Mi consolo coi parenti che mi studiano la mente di domenica.
Ho due carie da curare anche se son settimane che non mangio più.
E il ricordo dei tuoi passi resta l'unico lamento nello stomaco.
Ma non so se le mani possono scordare
la tua pelle chiara e l'amore che splendeva in te...
Oggi la televisione sembra avere compassione del mio essere.
E trasmette amori stanchi, donne in cerca di diamanti, cose futili.
Le mutande che hai lasciato ad un pazzo ho venduto su internet,
forse era un feticista, ho sperato un esorcista, dei ricordi miei.
Ma non so se le mani possono scordare
la tua pelle chiara e l'amore che splendeva in te...
E nonostante tu non sia più cosa mia, mi tiene in gabbia questa nostalgia
e le tue scuse scritte e impresse nella mente, son servite a niente, son svanite...
Ma non so se le mani possono scordare
la tua pelle chiara e l'amore che splendeva in te...
E nonostante tu non sia più cosa mia, mi tiene in gabbia questa nostalgia
e le tue scuse scritte e impresse nella mente, son servite a niente.
Ma da domani troverò una soluzione, anche mia madre ha preso posizione,
sui tuoi silenzi bianchi, neutri, permanenti, che si atteggiano tra i denti,
che passeggiano insolenti, che camminano sui denti...
(Grazie a Tenofas-e per questo testo)
Ma non so se le mani possono scordare
la tua pelle chiara e l'amore che splendeva in te...
Oggi la televisione sembra avere compassione del mio essere.
E trasmette amori stanchi, donne in cerca di diamanti, cose futili.
Le mutande che hai lasciato ad un pazzo ho venduto su internet,
forse era un feticista, ho sperato un esorcista, dei ricordi miei.
Ma non so se le mani possono scordare
la tua pelle chiara e l'amore che splendeva in te...
E nonostante tu non sia più cosa mia, mi tiene in gabbia questa nostalgia
e le tue scuse scritte e impresse nella mente, son servite a niente, son svanite...
Ma non so se le mani possono scordare
la tua pelle chiara e l'amore che splendeva in te...
E nonostante tu non sia più cosa mia, mi tiene in gabbia questa nostalgia
e le tue scuse scritte e impresse nella mente, son servite a niente.
Ma da domani troverò una soluzione, anche mia madre ha preso posizione,
sui tuoi silenzi bianchi, neutri, permanenti, che si atteggiano tra i denti,
che passeggiano insolenti, che camminano sui denti...
(Grazie a Tenofas-e per questo testo)
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