Letra de Come Pioveva
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(2009)
Da poche gocce, nasce la pioggia,
Da poche gocce, nasce la pioggia,
quella pioggia che ricorda com'era e com'è
cantare per te, scrivere per te, parole che raccontano di noi.
Dove i ricordi bagnano, poi passano, ma il freddo resta.
Quando il mio cuore si stringeva qui, come pioveva,
gli anni passano, le ferite bagnano.
Ho capito cos'è, stavo lì in quella stanza,
c'ero solo per te, tutto il mondo fuori
e noi due da soli. Io vivevo di te.
Tu ragione del mondo, del mio mondo sconfitto.
Soli in quella stanzetta sempre presa in affitto.
Solo, triste, perplesso, tu con te mi hai portato,
un sole rosso fuoco finalmente ha scaldato.
Come un bimbo arrabbiato, disilluso,amareggiato
nel tuo mondo mi hai adagiato, quante angosce hai cancellato.
Adesso si respira, non provare a scappare,
sei la parte di me che non riesco a decifrare.
Ti giuro questa volta non ti lascio andare,
per dimenticare non bisogna pensare di scappare, mi fa male.
RIT.
Ed io pensavo ad un sogno lontano, a una stanzetta di un ultimo piano.
Quando i miei sogni tenevi per mano, io ti ho cercato, sbagliando ti amavo.
Quella storia non era finita nella stanzetta sembravi impazzita,
io che ti urlavo ti amo e tu stanca sembravi triste delusa un pò affranta.
Nella mia anima restava dolore che ci attraversa fino in fondo al cuore,
son solo adesso e non sono per sempre chiuso in quel mondo che adesso non sembra.
E qui stasera la voce si spezza, rotta da un pianto,c'è solo tristezza.
Ti prego amore ridammi speranza come in quel tempo nella nostra stanza.
La città splende come sempre non bada chi si arrende,
gli tengo compagnia poi si spegne ,
mentre l'alba accende eccomi tra la gente con tutto e niente,
in mano nulla sempre te nella mente.
Cosa nascondi in quella mano, sembri triste non vado lontano,
rivederti ancora qui chiusi in questo quarto piano,
che destino sarà il fato nulla ci ha cambiato.
Io che senza farlo apposta, son rimasto in disparte,
solo in questo grande mondo che mi ha messo da parte.
Io guardavo i tuoi occhi e il mio cuore si stringeva.
Fuori e dentro la stanzetta di quest'ultimo piano,
io ti ho dato la mia vita e mi hai portato lontano.
Nessun'altro è come te, sei un sole che risplende una vita che si accende.
Ti giuro non sarò perdente.
Quegli amici bastardi, quelle ipocrisie,
quella gente vigliacca che parlava alle spalle
dalle stelle alle stalle non avevan le palle,
mi han piegato le gambe, ma non mi hanno spezzato.
Sono sempre più forte come tu mi hai insegnato,
tu mi hai aperto gli occhi,
che vita mi hai dato hai scommesso con me non l ho mai dimenticato.
RIT.
(Grazie a Dolce Cleo e Nicoletta per questo testo)
cantare per te, scrivere per te, parole che raccontano di noi.
Dove i ricordi bagnano, poi passano, ma il freddo resta.
Quando il mio cuore si stringeva qui, come pioveva,
gli anni passano, le ferite bagnano.
Ho capito cos'è, stavo lì in quella stanza,
c'ero solo per te, tutto il mondo fuori
e noi due da soli. Io vivevo di te.
Tu ragione del mondo, del mio mondo sconfitto.
Soli in quella stanzetta sempre presa in affitto.
Solo, triste, perplesso, tu con te mi hai portato,
un sole rosso fuoco finalmente ha scaldato.
Come un bimbo arrabbiato, disilluso,amareggiato
nel tuo mondo mi hai adagiato, quante angosce hai cancellato.
Adesso si respira, non provare a scappare,
sei la parte di me che non riesco a decifrare.
Ti giuro questa volta non ti lascio andare,
per dimenticare non bisogna pensare di scappare, mi fa male.
RIT.
Ed io pensavo ad un sogno lontano, a una stanzetta di un ultimo piano.
Quando i miei sogni tenevi per mano, io ti ho cercato, sbagliando ti amavo.
Quella storia non era finita nella stanzetta sembravi impazzita,
io che ti urlavo ti amo e tu stanca sembravi triste delusa un pò affranta.
Nella mia anima restava dolore che ci attraversa fino in fondo al cuore,
son solo adesso e non sono per sempre chiuso in quel mondo che adesso non sembra.
E qui stasera la voce si spezza, rotta da un pianto,c'è solo tristezza.
Ti prego amore ridammi speranza come in quel tempo nella nostra stanza.
La città splende come sempre non bada chi si arrende,
gli tengo compagnia poi si spegne ,
mentre l'alba accende eccomi tra la gente con tutto e niente,
in mano nulla sempre te nella mente.
Cosa nascondi in quella mano, sembri triste non vado lontano,
rivederti ancora qui chiusi in questo quarto piano,
che destino sarà il fato nulla ci ha cambiato.
Io che senza farlo apposta, son rimasto in disparte,
solo in questo grande mondo che mi ha messo da parte.
Io guardavo i tuoi occhi e il mio cuore si stringeva.
Fuori e dentro la stanzetta di quest'ultimo piano,
io ti ho dato la mia vita e mi hai portato lontano.
Nessun'altro è come te, sei un sole che risplende una vita che si accende.
Ti giuro non sarò perdente.
Quegli amici bastardi, quelle ipocrisie,
quella gente vigliacca che parlava alle spalle
dalle stelle alle stalle non avevan le palle,
mi han piegato le gambe, ma non mi hanno spezzato.
Sono sempre più forte come tu mi hai insegnato,
tu mi hai aperto gli occhi,
che vita mi hai dato hai scommesso con me non l ho mai dimenticato.
RIT.
(Grazie a Dolce Cleo e Nicoletta per questo testo)
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