Letra de Cambiare Me
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Ho i ricordi di un'altra vita
E anche lì ho leccato tutto
Non saprei cambiare vita
E anche lì ho leccato tutto
Non saprei cambiare vita
Però neanche lei sa cambiare me
Un pescatore, dopo trent'anni
Al tramonto scese dalla barca
E preso dalla commozione o dal buio
Perse l'uso di una gamba
Lo Stato per incoraggiarlo
Fabbricò una sedia con delle rotelle
Ma il pescatore preferiva il legno
Il legno infeltrito delle vecchie stampelle
Poi per la vergogna smise di farsi
Vedere giù al porto
E stava sempre chiuso in casa
Come in quei giorni quando sei morto
Effettivamente il paese pensava fosse morto
Per qualche danno connesso
Ma una notte irrequieta
Uscì in cerca di ministre del sesso
E saltellando al buio umido
Con gran rumore e altrettanta fatica
Svegliò il sindaco
Che di fronte a quel rinascere
A tutta quella nuova vita
Gridò "Miracolo!"
Poi da laico si corresse, si spaventò "Sei un fantasma?"
"Non farmi del male, vuoi dei soldi?
Ragioniamo sulla cifra con calma"
"Ma che miracolo sindaco!
La prego non sia ancora più ridicolo:
Sono io e sto andando a farmi passeggiare
Dalle donnine all'ultimo vicolo"
Ma il resto del paese era già corso attorno
Per vedere e capire se è vero
Come dicono le leggende
Che amare è più forte di morire
Ho i ricordi di un'altra vita
E anche lì ho leccato tutto
Non saprei cambiare vita
Però neanche lei sa cambiare me
Mi chiudo il portone dietro
Ed è tutto rotto anche al buio
Cercando l'interruttore della via
Tastando il cielo, scrostando [?]
Trovo Sora Luna, rubandola
Raggomitolata in un cantuccio
Copertasi di spazzatura
Per farsi calduccio e fare meno luce
Sbianca e prende a confessarsi
È davvero stanca delle passerelle
Ogni notte gran galà
Tutti gli occhi su di lei e le altre stelle
Non vedono l'ora di vederla a terra
Ma Sora Luna su, su cosa dovrebbero dire
Le mogli di scorta e i portieri di riserva
Consolati anche il sole sta
Depresso anche prima di alzarsi
Prega che le sua ginocchia vecchie
Non facciano brutti scherzi
Ha smesso di sognare
Dopo il fallimento dell'energia solare
E vorrebbe tornare a studiare
A imparare, immagino al serale
Ma oramai è mezzo morto
Non scalda neanche a mezzogiorno
E scarica la frustrazione
Sulla sete del terzo mondo
Lo beve tutto d'un sorso
E grida "Addio, muoio"
Ma nel sonno si scorda che è morto
E domani risorge di nuovo
Ho i ricordi di un'altra vita
E anche lì ho leccato tutto
Non saprei cambiare vita
Però neanche lei sa cambiare me
Un pescatore, dopo trent'anni
Al tramonto scese dalla barca
E preso dalla commozione o dal buio
Perse l'uso di una gamba
Lo Stato per incoraggiarlo
Fabbricò una sedia con delle rotelle
Ma il pescatore preferiva il legno
Il legno infeltrito delle vecchie stampelle
Poi per la vergogna smise di farsi
Vedere giù al porto
E stava sempre chiuso in casa
Come in quei giorni quando sei morto
Effettivamente il paese pensava fosse morto
Per qualche danno connesso
Ma una notte irrequieta
Uscì in cerca di ministre del sesso
E saltellando al buio umido
Con gran rumore e altrettanta fatica
Svegliò il sindaco
Che di fronte a quel rinascere
A tutta quella nuova vita
Gridò "Miracolo!"
Poi da laico si corresse, si spaventò "Sei un fantasma?"
"Non farmi del male, vuoi dei soldi?
Ragioniamo sulla cifra con calma"
"Ma che miracolo sindaco!
La prego non sia ancora più ridicolo:
Sono io e sto andando a farmi passeggiare
Dalle donnine all'ultimo vicolo"
Ma il resto del paese era già corso attorno
Per vedere e capire se è vero
Come dicono le leggende
Che amare è più forte di morire
Ho i ricordi di un'altra vita
E anche lì ho leccato tutto
Non saprei cambiare vita
Però neanche lei sa cambiare me
Mi chiudo il portone dietro
Ed è tutto rotto anche al buio
Cercando l'interruttore della via
Tastando il cielo, scrostando [?]
Trovo Sora Luna, rubandola
Raggomitolata in un cantuccio
Copertasi di spazzatura
Per farsi calduccio e fare meno luce
Sbianca e prende a confessarsi
È davvero stanca delle passerelle
Ogni notte gran galà
Tutti gli occhi su di lei e le altre stelle
Non vedono l'ora di vederla a terra
Ma Sora Luna su, su cosa dovrebbero dire
Le mogli di scorta e i portieri di riserva
Consolati anche il sole sta
Depresso anche prima di alzarsi
Prega che le sua ginocchia vecchie
Non facciano brutti scherzi
Ha smesso di sognare
Dopo il fallimento dell'energia solare
E vorrebbe tornare a studiare
A imparare, immagino al serale
Ma oramai è mezzo morto
Non scalda neanche a mezzogiorno
E scarica la frustrazione
Sulla sete del terzo mondo
Lo beve tutto d'un sorso
E grida "Addio, muoio"
Ma nel sonno si scorda che è morto
E domani risorge di nuovo
Ho i ricordi di un'altra vita
E anche lì ho leccato tutto
Non saprei cambiare vita
Però neanche lei sa cambiare me
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