Letra de Dov'eri
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Dov'eri dov'eri
a volte tutto quanto cambia e nello stesso tempo resta tale e quale a ieri
dov'eri dov'eri
a volte tutto quanto cambia e nello stesso tempo resta tale e quale a ieri
dov'eri dov'eri
siamo cresciuti nei '90 ma mi sorge una domanda che cosa facevi?
dov'eri dov'eri
non ti sei chiesto cosa ti saresti perso a questo punto se non c'eri
dov'eri dov'eri
per ogni volta che ne parlo coi pischelli che ci stavano e ne vanno fieri
dove stavi che facevi all'epoca non c'eri ed eri fuori dalla porta dove non entravi
neanche ci pensavi le vele erano gonfie, la faccia era tranquilla e non c'erano smorfie un progetto era un pensiero troppo grosso
un passo era il peso di un macigno che portavi addosso
meglio andare senza fretta e con cura
in prima, sotto ai trenta all'ora stretto alla cintura
tu fammi il pieno di benzina che partiamo
era il serbatoio vuoto senza soldi in mano
la pischella con le voglie che volta le spalle
la punta al volo per la sera e la faccia ribelle
la mattina con le occhiaie e le pupille nere
il professore che mi guarda e chissà che scrive
tutto questo come era, ora suona ancora apre le porte che si affacciano a com'è tutt'ora
dov'eri sulla panchina con la tua prima bambina io come uno stronzo solo sopra la banchina mentre guardavo quel gigante di metallo
il mio cervello s'incastrava elaborando un piano per domarlo
giravi a largo da certi pischelli
e storie di coltelli non facevano per me, ciao belli
giravo col mio crew selvaggio, mi sentivo un gaggio
non ero un fascio e non andavo al primo maggio
jeans stretto smanicato, cappello un pò storto
quando poi si è sputtanato io l'ho tolto
ero un bambino con un punto di vista distorto
era l'omino con il distintivo a dirmi di aver torto
era il mio fiato rotto dopo l'ennesima fuga
il volto di mia madre che veniva a cercarmi in questura
quella paura rendeva i momenti veri ho mille foto di quei momenti a volte cerco ma non c'eri
Sono quello che, racconta le sue storie
che lo fa sempre uguale sempre con lo stesso amore
le prime scritte i primi amici i primi treni io nel cuore tengo stretti quei momenti senza problemi mille cambiamenti in mezzo a mille eventi se pensi a quanti giorni so passati ti spaventi e dov'eri tu, quando tutto ci è successo a spiegartelo non è lo stesso sono lo stesso io però alcune faccie amiche adesso fanno cose che io non farò (eh no) ricordo quelle cose belle, i festini e le pischelle
il motorino al vento sulla pelle
del tempo dei vestiti stretti, del fumo nei cassetti
e le punte per pagarlo nei parchetti
tu dov'eri, dove stavi in tutto questo pensavi che ci stavi ma non ci stai manco adesso Il nastro che si riavvolgeva dentro il walkman due passi fuori con le prese a bene o con giornate storte, la sigaretta come complice, farsi un giro fuori è semplice non si capisce mai che complicarsi è inutile sti cazzi, la cuffia nell'orecchio per distrarmi fantasticare passi per un breaker alle prime armi
e i pavimenti con i segni ormai scomparsi
ricordi come i vetri che oggi vengono a appannarsi
strani scherzi del destino, il vento su quel morotino
non mi faceva accendere lo spino
lascia l'ultimo tiro e poi facciamo un giro seduto su quello scalino con gente che stimo ancora fisso in mente le loro facce spero di riincontrarvi un giorno dentro certe piazze il tempo delle prese a bene e le storiacce lascia una scia dietro di me e dietro queste facce
dov'eri dov'eri
a volte tutto quanto cambia e nello stesso tempo resta tale e quale a ieri
dov'eri dov'eri
siamo cresciuti nei '90 ma mi sorge una domanda che cosa facevi?
dov'eri dov'eri
non ti sei chiesto cosa ti saresti perso a questo punto se non c'eri
dov'eri dov'eri
per ogni volta che ne parlo coi pischelli che ci stavano e ne vanno fieri
(Grazie a bibba per questo testo)
dov'eri dov'eri
non ti sei chiesto cosa ti saresti perso a questo punto se non c'eri
dov'eri dov'eri
per ogni volta che ne parlo coi pischelli che ci stavano e ne vanno fieri
dove stavi che facevi all'epoca non c'eri ed eri fuori dalla porta dove non entravi
neanche ci pensavi le vele erano gonfie, la faccia era tranquilla e non c'erano smorfie un progetto era un pensiero troppo grosso
un passo era il peso di un macigno che portavi addosso
meglio andare senza fretta e con cura
in prima, sotto ai trenta all'ora stretto alla cintura
tu fammi il pieno di benzina che partiamo
era il serbatoio vuoto senza soldi in mano
la pischella con le voglie che volta le spalle
la punta al volo per la sera e la faccia ribelle
la mattina con le occhiaie e le pupille nere
il professore che mi guarda e chissà che scrive
tutto questo come era, ora suona ancora apre le porte che si affacciano a com'è tutt'ora
dov'eri sulla panchina con la tua prima bambina io come uno stronzo solo sopra la banchina mentre guardavo quel gigante di metallo
il mio cervello s'incastrava elaborando un piano per domarlo
giravi a largo da certi pischelli
e storie di coltelli non facevano per me, ciao belli
giravo col mio crew selvaggio, mi sentivo un gaggio
non ero un fascio e non andavo al primo maggio
jeans stretto smanicato, cappello un pò storto
quando poi si è sputtanato io l'ho tolto
ero un bambino con un punto di vista distorto
era l'omino con il distintivo a dirmi di aver torto
era il mio fiato rotto dopo l'ennesima fuga
il volto di mia madre che veniva a cercarmi in questura
quella paura rendeva i momenti veri ho mille foto di quei momenti a volte cerco ma non c'eri
Sono quello che, racconta le sue storie
che lo fa sempre uguale sempre con lo stesso amore
le prime scritte i primi amici i primi treni io nel cuore tengo stretti quei momenti senza problemi mille cambiamenti in mezzo a mille eventi se pensi a quanti giorni so passati ti spaventi e dov'eri tu, quando tutto ci è successo a spiegartelo non è lo stesso sono lo stesso io però alcune faccie amiche adesso fanno cose che io non farò (eh no) ricordo quelle cose belle, i festini e le pischelle
il motorino al vento sulla pelle
del tempo dei vestiti stretti, del fumo nei cassetti
e le punte per pagarlo nei parchetti
tu dov'eri, dove stavi in tutto questo pensavi che ci stavi ma non ci stai manco adesso Il nastro che si riavvolgeva dentro il walkman due passi fuori con le prese a bene o con giornate storte, la sigaretta come complice, farsi un giro fuori è semplice non si capisce mai che complicarsi è inutile sti cazzi, la cuffia nell'orecchio per distrarmi fantasticare passi per un breaker alle prime armi
e i pavimenti con i segni ormai scomparsi
ricordi come i vetri che oggi vengono a appannarsi
strani scherzi del destino, il vento su quel morotino
non mi faceva accendere lo spino
lascia l'ultimo tiro e poi facciamo un giro seduto su quello scalino con gente che stimo ancora fisso in mente le loro facce spero di riincontrarvi un giorno dentro certe piazze il tempo delle prese a bene e le storiacce lascia una scia dietro di me e dietro queste facce
dov'eri dov'eri
a volte tutto quanto cambia e nello stesso tempo resta tale e quale a ieri
dov'eri dov'eri
siamo cresciuti nei '90 ma mi sorge una domanda che cosa facevi?
dov'eri dov'eri
non ti sei chiesto cosa ti saresti perso a questo punto se non c'eri
dov'eri dov'eri
per ogni volta che ne parlo coi pischelli che ci stavano e ne vanno fieri
(Grazie a bibba per questo testo)
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